Testimonianze, racconti di sé, memorie
Il non detto e il lavoro dell’interprete
DOI :
https://doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i2.11823Mots-clés :
Non-detto, autobiografia, silenzioRésumé
Il n. 2 di Mnemosyne tratta da differenti punti di vista disciplinari quanto il non-detto, i silenzi, le assenze siano significanti all’interno di un testo sia esso scritto, orale, iconografico.
L’analisi dei graffiti di prigionieri franchisti, ad esempio, nel campo di detenzione Camposancos fa comprendere come molte informazioni siano omesse in questi graffiti, per impedire di identificare la propria famiglia il proprio entourage. E se nel luogo di prigionia tutto viene operato per creare un clima domestico, ogni rinvio concreto vi è negato.
Cosa ha voluto indagare questa monografia ? Ha sostenuto che l’interprete gioca un ruolo importantissimo nel poter decodificare i significati espressi e quelli più nascosti in ogni atto non esplicitato di scrittura autobiografica.