Andrej Sinjavskij, il ‘nobile brigante’

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DOI :

https://doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.14243

Mots-clés :

Autobiografia, samizdat, Sinjavskij

Résumé

Nella seconda parte del XX secolo in Unione Sovietica accanto alla letteratura ufficiale del canone realista socialista si diffuse ampiamente la letteratura clandestina del samizdat, nel cui contesto la letteratura autobiografica e memorialistica occupa un posto centrale. Un primo filone tenta di ristabilire la verità dei fatti storici, un secondo utilizza invece gli strumenti della letterarietà, fondendo elemento reale e invenzione, al fine di cercare una verità individuale e al tempo stesso universale più elevata. Il presente lavoro indaga il caso di Andrej D. Sinjavskij (1925-1997), vittima della repressione sovietica. Nelle sue opere autobiografiche Buona notte ! e Una voce dal coro egli utilizza diversi procedimenti autofinzionali (creazione di un personaggio alter-ego come il santo folle della tradizione, l’archetipo letterario dell’uomo superfluo, il personaggio delle fiabe russe del sempliciotto, nonché l’uso del paratesto e di elementi strutturali diversi). Il saggio indaga l’uso dello pseudonimo di Abram Terz, personaggio tratto dal folclore ebraico di Odessa.

Biographie de l'auteur

Claudia Criveller, Università di Padova

Professore associato di lingua e letteratura russa all’Università di Padova, si occupa di letteratura russa del XIX e XX secolo, in particolare del secolo d’argento, nonché delle forme di fiction autobiografica. Dirige con Andrea Gullotta la rivista “Avtobiografija” (www.avtobiografija.com)

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Publiée

2018-10-15