Lo scienziato e l’artista
ethos a confronto
DOI :
https://doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i6.13723Mots-clés :
Artista, scienziato, letteratura americana, Majorana, paradigma della complessitàRésumé
Il saggio che proponiamo prende avvio da alcune esperienze autobiografiche, contenute nel romanzo americano postmoderno. Quella di Holden Caulfield e quella di Henry Chinasky, alter ego di Charles Bukowski in Panino al prosciutto. Entrambi i romanzi sembrano quasi una forma larvata di autobiografia, dove i protagonisti dipingono una sorta di ‘ritratto dell’artista da giovane’. Tanto Holden, quanto Henry, sembrano, infatti, rappresentare la metafora o, meglio, l’archetipo dell’artista.
Alla maniera di Jakov ed Holden, anche sulla scomparsa dello scienziato catanese Ettore Majorana, sembrerebbe allungarsi l’ombra di Ulisse e dell’Ebreo Errante Assuero. In essa i confini tra il reale e l’immaginario, rimarrebbero evanescenti, indeterminati come l’esistenza delle particelle quantistiche. Il mistero della scomparsa andrebbe pertanto ricercato nella realtà paradossale del mito e degli archetipi, piuttosto che in quella lineare e razionale della storia. A sintetizzare la figura dell’artista e quella dello scienziato è - in una straordinaria autobiografia - Edgar Morin.