Le costruzioni autobiografiche di Dante tra teleologia e « forza di destino »
DOI :
https://doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i4.12353Mots-clés :
Dante, autobiografia, teleologia, destino, provvidenzaRésumé
In apertura del Convivio, Dante giustifica il fatto che parlerà di se stesso in base a due ragioni: una di tipo pedagogico, sul modello agostiniano delle Confessiones; l’altra di tipo apologetico, sul modello del De consolatione philosophiae, composto da Boezio affinché «escusasse la perpetuale infamia del suo essilio». Il riferimento a Boezio permette all’Alighieri di introdurre il tema del proprio ingiusto esilio e di definirlo come «piaga della fortuna», congiungendo in tal modo scrittura autobiografica e problematica del destino (inteso in senso pagano). Recuperando pienamente una dimensione telelologica del racconto di sé già parzialmente emersa nella Vita nova, risemantizzando in senso cristiano il concetto di Fortuna e applicandolo al leitmotiv dell’esilio, la Commedia riformulerà su uno sfondo escatologico il nesso tra costruzione autobiografica e destino (coincidente ormai, quest’ultimo, con la divina Provvidenza).